roasted wood legno arrostito Biarnel liuteria Pisa
Allora, diciamolo subito: la completa comprensione della risposta sonora del legno è un tema affascinante e, per certi versi, ancora avvolto nel mistero. Sappiamo con sicurezza che certi strumenti (e di conseguenza i legni utilizzati per costruirli) danno risposte sonore incredibili, ma non sappiamo quali siano gli esatti parametri replicabili affinché questo accada. Sicuramente il risultato non dipende solo dal legno, ma da un mix di tutti i materiali utilizzati per costruire uno strumento, e non stiamo neanche prendendo in esame tutta la parte dei pickup e dell’elettronica!
Tuttavia, gli studi e gli esperimenti fatti in materia hanno stabilito senza ombra di dubbio che non tutti i legni sono uguali non solo per quanto riguarda il timbro, ma anche per quanto riguarda l’altezza delle note che emettono. In altre parole, se prendete diversi tipi di legni dai quali ricavare dei pezzetti tutti uguali limati al millimetro, scoprirete che nel momento in cui li farete risuonare non avranno solo un timbro disuguale, ma produrranno anche una nota diversa. Questo perché ogni legno ha una differente densità e quindi per ottenere la stessa nota i pezzetti devono avere lunghezze dissimili.
Cos’è il suono, cos’è il timbro?
Se siete già informati sull’argomento potete saltare questo paragrafo e proseguire con il successivo, appena dopo la foto dell’acero occhiolinato roasted, ma se siete un po’ confusi investite dieci secondi nella lettura di queste poche righe.
Partiamo dal suono: esso è una vibrazione dell’aria, un’onda prodotta nei più svariati modi possibili, che noi percepiamo attraverso l’apparato uditivo. Come ogni vibrazione anche il suono possiede tre caratteristiche principali: la forma, l’ampiezza e la frequenza.
Il Pitch, o se volete l’altezza dei suoni, dipende dalla frequenza, cioè dalla quantità delle vibrazioni che avvengono in un’unità di tempo: più alta sarà la frequenza, più acuto sarà il suono.
Il timbro di uno strumento, invece, è di fatto la sua voce e dipende da vari fattori: dalla forma e dalla dimensione dello strumento stesso, dal materiale con cui esso è stato costruito e dal modo in cui viene suonato (strofinato, percosso, pizzicato…). Nello specifico, il timbro degli strumenti costruiti in legno dipende -anche- dalle proprietà fisiche del materiale: l’elasticità lungo la venatura, la densità e la capacità di smorzare l’energia applicata per suonarlo.
Quindi possiamo già dire che quando andate alla ricerca di uno strumento che abbia il miglior suono possibile, molto probabilmente state parlando del timbro.
Partendo dunque da ciò che abbiamo detto fino ad ora sul suono e sul timbro, ho negli anni fatto diversi esperimenti che mi hanno portato a realizzare strumenti trattando il legno con una procedura chiamata Roasting.
Come funziona?
Innanzitutto, faccio una scelta fra i legni che di solito uso per costruire i miei strumenti (legni già pregiati e stagionati, in ogni caso) perché per fare la gamma Roasted uso il top della mia selezione, anche dal punto di vista estetico. Inserisco le tavole in un forno speciale da me costruito, che riesce a stabilizzare e a mantenere la temperatura e l’umidità che voglio per lungo tempo; esso ha un camino dal quale non esce fumo, ovviamente, ma l’umidità del legname. A seconda del tipo di legno, la fase di Roasting può andare avanti anche 24 ore. Le tavole vengono girate più volte fino alla perdita totale di ogni umidità residua.
Questo cosa comporta?
Si arriva anche a un calo del peso fino al 30% in meno, ma soprattutto questa particolare procedura di fatto risolve alcune tensioni interne del legname.
Cosa significa?
Nel caso in cui la fibra tenda a imporre una curvatura alla tavola, può succedere che dopo qualche anno il legno prenda un vizio, cioè si curvi e si imbarchi causando problemi anche gravi allo strumento. Grazie al Roasting, invece, questi vizi escono fuori subito: la tensione all’interno si rilascia e si assiste spesso a una curvatura importante del legname “arrostito”. A questo punto, dalla tavola incurvata, io ritaglio il pezzo diritto sapendo che ormai la “volontà” delle fibra ha esaurito la sua energia e il legno rimarrà fermo così com’è, avendo esaurito il suo potenziale di torsione. Oltre all’aumento della stabilità e della rigidità torsionale c’è una notevole e importantissima diminuzione della capacità di assorbire umidità, che assieme a uno spiccato irrigidimento delle pareti cellulari delle fibre renderà lo strumento molto, molto più immune ai cambiamenti di stagione o agli ambienti eccessivamente umidi o secchi.
Quali legni possono essere sottoposti alla procedura di Roasting?
Reagiscono bene in particolare ontano, mogano e frassino, con cui prevalentemente faccio il corpo degli strumenti, e soprattutto l’acero col quale spesso costruisco il manico, o gran parte di esso (in caso di manico in più sezioni). Anche il padouk ha un’ottima reazione. Non ha senso farlo sull’ebano o sul wengè poiché sono molto asciutti già in partenza. Inoltre, alcuni tipi di legno, come ad esempio l’acero occhiolinato, grazie al Roasting assumono una colorazione più caramellata che è molto bella a vedersi (oltre a un particolare e spiccato odore di nocciola).
E il risultato?
Una cosa che si nota subito è che se prima il legno, percuotendolo, aveva un suono corto e sordo, dopo questo trattamento il suono alla percussione si allunga per alcuni secondi; inoltre, accarezzando la tavola, essa produce una vibrazione e un suono simili a quelli che si ottengono quando si passa il dito sul bordo del bicchiere o, se preferite, come se si muovesse un archetto su una corda. Il legno sembra acquistare vita e voce, diventando reattivo come una campana, o meglio come le barrette di uno xilofono.
Tutto questo fa sì che gli strumenti Biarnel realizzati con legno Roasted abbiano delle caratteristiche che li rendono unici in tutto il mondo: oltre ad essere superleggeri, non si incurveranno e non si imbarcheranno negli anni, il che li rende affidabili e perfettamente stabili, con una voce e un timbro potenti e una sonorità eccezionale.
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