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Arianna De Lucrezia

Arianna De Lucrezia Biarnel Iter RougeNoir
Arianna De Lucrezia Biarnel Iter RougeNoir
Arianna De Lucrezia suona un Biarnel Iter 5c RougeNoir
Esposta alla musica fin da piccola, a 7 anni Arianna inizia il suo percorso dai tasti di un pianoforte.
Dopo soli due anni, nel 2013 si avvicina al basso elettrico iniziando a prendere lezioni dal contrabbassista Bruno Zoia (Lee Konitz, Chet Baker, Andrea Braido e molti altri).
Arianna affronterà presto il palco nelle situazioni più diverse iniziando a costruire una confidenza e una scioltezza che si riveleranno successivamente molto utili.
All’attività sullo strumento affianca quella di cantante. Decide di considerarsi una bassista-cantante e si mette in cerca di un insegnante con le stesse caratteristiche. Inizia quindi a studiare con la bassista e cantante Fabiola Torresi (Franco Califano, Sergio Caputo, Robben Ford e altri).
Nel frattempo il suo amore per la complessità e per i tempi dispari la conducono inesorabilmente al Progressive Rock. Arianna inizia a suonare incessantemente la musica dei giganti degli anni ’70 come i Genesis, gli Yes e soprattutto i Jethro Tull, dirigendosi verso i più contemporanei Steven Wilson e Dream Theater.
Inizia a studiare all’inizio del 2020 con il maestro Luca Pirozzi (Mike Stern, Nicola Piovani, Lucio Dalla e molti altri) anche in vista di un futuro percorso accademico.
Nel marzo 2020 Ian Anderson (Jethro Tull) nota Arianna in alcuni video sul suo canale Youtube) Rimane colpito al punto di segnalarla a Steve Bailey, bassista di fama mondiale, Direttore del Berklee College Of Music. I commenti di Ian Anderson sono tra l’altro ancora visibili sotto i video. Poco tempo dopo Bailey spende parole lusinghiere sul talento di Arianna e dichiara di attenderla a Berklee. Nell’estate 2020, in pieno “lockdown”, Arianna vive il suo momento magico quando lo stesso Ian Anderson decide di registrare con lei uno dei suoi brani, “Wicked Windows”, comparendo come ospite nel video. Il “featuring” di Anderson nel video e` tuttora presente nel sito web dei Jethro Tull.
Arianna fonda nel 2019 i Floating Minds. Pur cimentandosi nell’esecuzione di musica dei grandi gruppi prog, i Floating Minds scrivono ed eseguono il proprio materiale. La band ha già pubblicato il primo singolo “Little Bird (Fly Away)” su Spotify.
Nel dicembre 2020 i Floating Minds entrano in studio per registrare e produrre il loro primo album.
Ad aprile 2021 il prestigioso Berklee College of Music di Boston conferisce ad Arianna una borsa di studio completa, consentendole di frequentare gratuitamente il corso Aspire: Five-Week Music Performance Intensive e di vivere presso il campus del college.
Arianna De Lucrezia Biarnel Iter RougeNoir

Mark White

Mark White from Spin Doctors Biarnel scorcio corsa
Mark White from Spin Doctors Biarnel scorcio
Mark White Plays a Biarnel Scorcio 32” Corsa
Mark White was born on July 7, 1962, in the New York City borough of the Bronx to Joan and Earnest White. He spent his early years in the New York City area, eventually settling with his family in Queens where he eventually made a name for himself in New York underground music circles. His first bass guitar was a right-handed Epiphone.
Early career
After being in a series of bands, White met up with Aaron Comess and participated in a group called Spade in 1988. This band was a mixture of funk and punk, highlighting White’s fast, finger-plucking bass style and Comess’s traditional jazz education from the New School for Jazz and Contemporary Music in New York City.
White quit Spade after a few months, but was asked to audition for a new opening in Trucking Company, a band originally started by John Popper. When Popper left to pursue his other band, Blues Traveler, Chris Barron (lead vocals) and Eric Schenkman (guitar, backing vocals) decided to continue Trucking Company with the addition of Aaron Comess, with whom they had studied at the New School.
Spin Doctors
White playing with Spin Doctors in 2017
However, during White’s audition, Trucking Company solidified into a much different style, in part because of White’s eclectic musical background. Schenkman came up with the name, Spin Doctors to represent their new combined sound.
White quit the Spin Doctors in 1999 and the bass tracks on Here Comes the Bride were completed by Comess. Soon after, the band stopped touring because Barron suffered from vocal fold paresis. In 2001, Barron and Schenkman put aside their differences for a one-time show at the historic venue the Wetlands before it closed permanently. White joined them for this reunion, which gradually turned into an unofficial reunion tour. This marked the beginning of the band’s reformation. The reunited Spin Doctors went on to release the albums Nice Talking to Me in 2005 and If the River Was Whiskey in 2013 through RuffNation Records.
Instagram: @markbwhite
Mark White from Spin Doctors Biarnel Scorcio corsa

L’incontro fra Ares Tavolazzi e Biarnel Liuteria
Ares Tavolazzi Biarnel liuteria Pisa
Nella maggior parte dei casi, le giornate che arrivano a cambiarci in qualche modo la vita partono in sordina; io quel giorno ero, in effetti, partito per comprare una sordina: una Harmon per la tromba, perchè, una volta posati gli attrezzi da lavoro, mi piace essere un trombettista.
Ero un liutaio piuttosto giovane e molto speranzoso, ma certamente ancora semisconosciuto, quando un giorno per caso incontrai in stazione, a Pontedera, Ares Tavolazzi. Lo vidi e lo chiamai “Mr. Tavolazzi?”; proprio così, col punto interrogativo, dal quale traspariva non il dubbio, ovviamente, quanto piuttosto l’incredulità di trovarmelo di fronte così all’improvviso. Mi rispose di sì e io, con un po’ di faccia tosta che di solito non mi appartiene – sono di solito molto schivo – gli parlai della mia neonata attività e gli lasciai un mio biglietto da visita.
Quando arrivò la sua telefonata, un po’ di tempo dopo, non me la stavo passando troppo bene: ero immobilizzato perché mi ero rotto una caviglia in moto e il lavoro andava avanti a rilento, i clienti erano spazientiti e io ero spesso di malumore. Qualcuno dirà: vabbè, il malumore è normale. Ok, diciamo che ero più di malumore rispetto ai miei standard.

Lui chiamò e il malumore sparì all’istante. Stiamo parlando di Ares Tavolazzi, uno dei più famosi bassisiti e contrabbassisti italiani, vincitore nel 1997 del premio Willaert come miglior musicista dell’anno, noto per le sue collaborazioni con molti artisti quali, tra gli altri, Francesco Guccini, Paolo Conte, Mina, Lucio Battisti, Antonello Venditti, Zucchero, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Vinicio Capossela, Angelo Branduardi; famoso per essere stato dal 1973 al 1983 il bassista degli Area, gruppo storico d’avanguardia, insieme a Demetrio Stratos. Autore della sigla di Ufo Robot, insieme a Vince Tempera. Insomma, non sto qui a srotolarvi l’intero curriculum. Stiamo parlando di un mostro sacro della musica italiana.
Mi chiamò per farmi aggiustare un suo contrabbasso elettrico, e nell’occasione gli feci provare qualche mio strumento. Evidentemente gli piacquero perché pochi giorni dopo se ne portò a casa uno, un Biarnel Iter 5c, per poterlo provare nei concerti. Da lì la nostra collaborazione non si è più interrotta. Con lui ho perfezionato il progetto del Biarnel Akmè, costringendomi a non accontentarmi di setup e suonabilità “abbastanza buone”. Insieme abbiamo sviluppato l’Akmè otto corde 5+3, un progetto estremamente complicato con pickup piezo e magnetici, fretless e fretted sullo stesso manico, con delle possibilità polifoniche mai viste prima.
In un’intervista, credo a Francesco Guccini, ricordo di aver letto “l’ombroso austero Tavolazzi”. Personalmente la vedo diversamente: è una persona di estrema empatia e generosità, certo non chiassoso, ma forse proprio per questo mi va così tanto a genio. Devo molto a questo uomo gentile, disponibile, mai sopra le righe, e sono orgoglioso di essere il suo liutaio. Grazie a lui, in un momento veramente difficile della mia vita e della mia carriera, molte cose sono cambiate per il meglio. E questo ha fatto tutta la differenza.


Titanium Rods: barre di rinforzo in Titanio nel manico
titanium rods barre titanio nel manico Biarnel liuteria Pisa
Scopri a cosa servono le barre di titanio e non temere più che il manico del tuo strumento si deformi: suona senza ansia e goditi le tue perfomance sul palco.
In tanti mi chiedono, ogni giorno, cosa siano e a cosa servano le barre di titanio inserite nel manico degli strumenti Biarnel.
Dunque, come ben sapete il titanio è un metallo molto leggero, duro, non tossico e resistente alla corrosione quasi quanto il platino. Ciò che lo rende particolarmente adatto ai Biarnel è appunto questo eccezionale rapporto resistenza/peso, che è anche la caratteristica di punta di tutti i miei strumenti. Le barre di titanio, quindi, sono uno degli optional che chiunque volesse ordinare un Biarnel dovrebbe considerare indispensabile.

Tecnicamente a cosa servono?
Le barre vengono inserite nel manico accanto al truss rod, una a destra e una a sinistra. Come saprete, il truss rod stesso – brevettato nel 1921 da Thaddeus McHug, che lavorava per la Gibson – è una barra la cui funzione è quella di contrastare la trazione che le corde esercitano sul manico, in modo che quest’ultimo, pur potendosi flettere leggermente (è l’essenziale relief di cui avrete sentito parlare) non si imbarchi e non si deformi nel tempo, specie se sottoposto a cambiamenti di umidità e di temperatura.
Ebbene, in molti casi il truss rod da solo non basta a contrastare questo fenomeno, perché non pone sufficiente resistenza alla tensione delle corde. Da tempo pensavo a come risolvere il problema senza però andare ad appesantire i miei strumenti, che da sempre puntano su un ottimo rapporto leggerezza/robustezza.
Le due barre in titanio sono state la soluzione ottimale: il manico diventa a quel punto molto più rigido, il peso dell’intero strumento rimane invariato e la sonorità migliora, offrendo note più ricche e pulite lungo tutto lo spettro, grazie alle particolari caratteristiche acustiche del titanio.
Il risultato è quello di avere tra le mani una chitarra o un basso estremamente leggeri ma incredibilmente robusti: strumenti affidabili, che non creeranno problemi nel tempo e coi quali si può suonare senza ansie da prestazione che potrebbero incidere sulla qualità della perfomance.
Non vi resta che ordinare il vostro Biarnel e constatare di persona quanto ho scritto finora. Uno strumento leggero, affidabile, robusto e dal suono potente è esattamente ciò che serve a chiunque voglia suonare bene divertendosi.
Maggior sustain, note più lunghe e ricche di armonici
Maggior resistenza ai cambi di stagione e di umidità, meno rischi di sviluppare pieghe nomale negli anni
Maggior stabilità e rigidità torsionale
Roasted wood: Legname arrostito, la ricerca del timbro perfetto
roasted wood legno arrostito Biarnel liuteria Pisa
Allora, diciamolo subito: la completa comprensione della risposta sonora del legno è un tema affascinante e, per certi versi, ancora avvolto nel mistero. Sappiamo con sicurezza che certi strumenti (e di conseguenza i legni utilizzati per costruirli) danno risposte sonore incredibili, ma non sappiamo quali siano gli esatti parametri replicabili affinché questo accada. Sicuramente il risultato non dipende solo dal legno, ma da un mix di tutti i materiali utilizzati per costruire uno strumento, e non stiamo neanche prendendo in esame tutta la parte dei pickup e dell’elettronica!
Tuttavia, gli studi e gli esperimenti fatti in materia hanno stabilito senza ombra di dubbio che non tutti i legni sono uguali non solo per quanto riguarda il timbro, ma anche per quanto riguarda l’altezza delle note che emettono. In altre parole, se prendete diversi tipi di legni dai quali ricavare dei pezzetti tutti uguali limati al millimetro, scoprirete che nel momento in cui li farete risuonare non avranno solo un timbro disuguale, ma produrranno anche una nota diversa. Questo perché ogni legno ha una differente densità e quindi per ottenere la stessa nota i pezzetti devono avere lunghezze dissimili.
Cos’è il suono, cos’è il timbro?
Se siete già informati sull’argomento potete saltare questo paragrafo e proseguire con il successivo, appena dopo la foto dell’acero occhiolinato roasted, ma se siete un po’ confusi investite dieci secondi nella lettura di queste poche righe.
Partiamo dal suono: esso è una vibrazione dell’aria, un’onda prodotta nei più svariati modi possibili, che noi percepiamo attraverso l’apparato uditivo. Come ogni vibrazione anche il suono possiede tre caratteristiche principali: la forma, l’ampiezza e la frequenza.
Il Pitch, o se volete l’altezza dei suoni, dipende dalla frequenza, cioè dalla quantità delle vibrazioni che avvengono in un’unità di tempo: più alta sarà la frequenza, più acuto sarà il suono.
Il timbro di uno strumento, invece, è di fatto la sua voce e dipende da vari fattori: dalla forma e dalla dimensione dello strumento stesso, dal materiale con cui esso è stato costruito e dal modo in cui viene suonato (strofinato, percosso, pizzicato…). Nello specifico, il timbro degli strumenti costruiti in legno dipende -anche- dalle proprietà fisiche del materiale: l’elasticità lungo la venatura, la densità e la capacità di smorzare l’energia applicata per suonarlo.
Quindi possiamo già dire che quando andate alla ricerca di uno strumento che abbia il miglior suono possibile, molto probabilmente state parlando del timbro.

Partendo dunque da ciò che abbiamo detto fino ad ora sul suono e sul timbro, ho negli anni fatto diversi esperimenti che mi hanno portato a realizzare strumenti trattando il legno con una procedura chiamata Roasting.
Come funziona?
Innanzitutto, faccio una scelta fra i legni che di solito uso per costruire i miei strumenti (legni già pregiati e stagionati, in ogni caso) perché per fare la gamma Roasted uso il top della mia selezione, anche dal punto di vista estetico. Inserisco le tavole in un forno speciale da me costruito, che riesce a stabilizzare e a mantenere la temperatura e l’umidità che voglio per lungo tempo; esso ha un camino dal quale non esce fumo, ovviamente, ma l’umidità del legname. A seconda del tipo di legno, la fase di Roasting può andare avanti anche 24 ore. Le tavole vengono girate più volte fino alla perdita totale di ogni umidità residua.
Questo cosa comporta?
Si arriva anche a un calo del peso fino al 30% in meno, ma soprattutto questa particolare procedura di fatto risolve alcune tensioni interne del legname.
Cosa significa?
Nel caso in cui la fibra tenda a imporre una curvatura alla tavola, può succedere che dopo qualche anno il legno prenda un vizio, cioè si curvi e si imbarchi causando problemi anche gravi allo strumento. Grazie al Roasting, invece, questi vizi escono fuori subito: la tensione all’interno si rilascia e si assiste spesso a una curvatura importante del legname “arrostito”. A questo punto, dalla tavola incurvata, io ritaglio il pezzo diritto sapendo che ormai la “volontà” delle fibra ha esaurito la sua energia e il legno rimarrà fermo così com’è, avendo esaurito il suo potenziale di torsione. Oltre all’aumento della stabilità e della rigidità torsionale c’è una notevole e importantissima diminuzione della capacità di assorbire umidità, che assieme a uno spiccato irrigidimento delle pareti cellulari delle fibre renderà lo strumento molto, molto più immune ai cambiamenti di stagione o agli ambienti eccessivamente umidi o secchi.
Quali legni possono essere sottoposti alla procedura di Roasting?
Reagiscono bene in particolare ontano, mogano e frassino, con cui prevalentemente faccio il corpo degli strumenti, e soprattutto l’acero col quale spesso costruisco il manico, o gran parte di esso (in caso di manico in più sezioni). Anche il padouk ha un’ottima reazione. Non ha senso farlo sull’ebano o sul wengè poiché sono molto asciutti già in partenza. Inoltre, alcuni tipi di legno, come ad esempio l’acero occhiolinato, grazie al Roasting assumono una colorazione più caramellata che è molto bella a vedersi (oltre a un particolare e spiccato odore di nocciola).
E il risultato?
Una cosa che si nota subito è che se prima il legno, percuotendolo, aveva un suono corto e sordo, dopo questo trattamento il suono alla percussione si allunga per alcuni secondi; inoltre, accarezzando la tavola, essa produce una vibrazione e un suono simili a quelli che si ottengono quando si passa il dito sul bordo del bicchiere o, se preferite, come se si muovesse un archetto su una corda. Il legno sembra acquistare vita e voce, diventando reattivo come una campana, o meglio come le barrette di uno xilofono.
Tutto questo fa sì che gli strumenti Biarnel realizzati con legno Roasted abbiano delle caratteristiche che li rendono unici in tutto il mondo: oltre ad essere superleggeri, non si incurveranno e non si imbarcheranno negli anni, il che li rende affidabili e perfettamente stabili, con una voce e un timbro potenti e una sonorità eccezionale.
Strumenti ancora più leggeri (fino al 30% in meno)
Maggior sustain, note più lunghe e ricche di armonici
Maggior resistenza ai cambi di stagione e di umidità, meno rischi di sviluppare pieghe nomale negli anni
Maggior stabilità e rigidità torsionale
Lorenzo Beverati

Lorenzo Beverati Biarnel scorcio mancino lefty
Lorenzo Beverati Biarnel scorcio mancino lefty
Lorenzo Beverati suona Biarnel Scorcio 34” Lefty
Nasce a Roma il 5 aprile 1990. Si dedica allo studio del basso elettrico dall’adolescenza frequentando la scuola di musica Yamaha di Frosinone con il maestro Sergio Simeoni.
Conseguito il diploma di maturità si trasferisce a Roma dove si iscrive al St. Louis College of Music e frequenta il corso di diploma tradizionale. Nel 2014, con la parificazione della scuola si iscrive al corso di laurea in basso popular. e nel febbraio 2017 consegue la laurea triennale.
All’interno del suo percorso al St.Louis ha studiato basso con Marco Siniscalco, Lorenzo Feliciati, Andrea Rosatelli, Gianfranco Gullotto e di formarsi per quanto riguarda le altre discipline con maestri del calibro di Pierpaolo Principato , Antonio Solimene, Claudio Mastracci, Daniele Pomo, Dario Zeno, Silvio Relandini, Luigi Zaccheo, Michelle Audisso e molti altri.Frequenta anche numerose masterclass con bassisti come Billy Sheehan , Jeff Berlin, Faso di Elio e le storie tese. Dal 2018 è allievo di Bryan Beller ( Joe Satriani, Steve Vai, The Aristocrats )
Esperienze artistiche
Svolge l’attività di performer live dal 2007 prima nella provincia di Frosinone, poi dal 2009 in poi anche nella provincia di Roma, arrivando ad esibirsi nella maggior parte delle regioni d’Italia e all’estero con numerose formazioni ed affrontando diversi stili musicali.
Nel 2011 con la prog/death metal band “Lackadaisical” partecipa al Black Fest tour insieme a Gorgoroth e Belphegor.
Nel 2012 con il cantautore romano Eugenio Anemone vince lo Gnu contest girando il videoclip del singolo “Buon Risveglio”.
Nel 2012 entra a far parte della band VEMM, che nel 2015 è risultata vincitrice del contest nazionale “Anime di Carta” e nel 2016 si è esibita all’auditorium parco della musica di Roma.
Nel 2014 entra a far parte della formazione indie rock “Bicchiere mezzo pieno” dove suona allo Gnu festival in apertura ai Pan del Diavolo.
Nel 2014 entra a far parte dello storico gruppo Irish Folk “The Shire” con cui suona nei più importanti irish pub di Roma ed in molti folk festival in varie parti d’Italia.
Nel 2015 entra a far parte della Folk rock band Fragment, suonando in tutta italia in festival come Fairylands ( Lazio) , Folkest ( Friuli Venezia Giulia), Brintaal ( Veneto ), Montelago ( Marche) ,Muntagninjazz ( Abruzzo). I fragment hanno all’attivo un ep ( Fragments) uscito nel 2015 ed un disco (Second Awakening ) uscito nel 2018.
Nel 2016 entra a far parte della formazione progressive/metal/fusion The Wormhole Experience a cura di Valerio Lucantoni con cui incide un disco e gira un video con la partecipazione diMarco Sfogli alla chitarra, Feliciano Zacchia alle tastiere, Alex Argento al mix e Cameron Grey alle grafiche. Il disco esce nel 2016 con vendite in tutto il mondo ed i 2 videoclip estratti superano le entrambi le 200.000 views su Facebook e le 30000 su youtube. La band viene inoltre menzionata sulla pagina ufficiale del batterista americano Virgil Donati e a luglio 2019 suona come opening italiana del tour Europeo degli Animals as Leaders.
Nel 2017 entra nella band dell’artista pop Maurizio Pallotta , suonando in più parti d’Italia ed aprendo ad Edoardo Vianello.
Nel 2017 entra a far parte dell’agenzia di eventi “Shanti and songs” con il ruolo di bassista nella band Pop/Dance “All you can dance”.
Altre esperienze.
-Bassista presso il trio jazz “Blunotte” dal 2012 al 2014. Il trio si esibisce in ristoranti, jazz club e mostre d’arte.
- Bassista , bodhranista e cantante dei Behan’s Irish folk dal 2012. La band si è esibita in diverse regioni d’Italia ed in molti locali della provincia di Roma e Frosinone.
- Bassista e tastierista dei “The Ocean Led Zeppelin cover band“. La band, formatasi nel 2016 si esibisce nei rock club della provincia di Roma e Frosinone.
- Docente privato dal 2010 sviluppa un metodo di insegnamento che porta avanti di pari passo i contenuti tecnici/teorici e la sua applicazione pratica.
– Dal 2014 al 2016 bassista presso la City of Rome Pipe band ( banda di cornamuse e tamburi romana , in formazione rock a Fairylands 2014 e 2015)
-Esibizione nell’estate 2018 con Andrea Febo al “ Tenco ascolta” organizzata dal club Tenco nella città di Sanremo ( Liguria).
– Compilazione del metodo “I suoni del basso” ( Inedito) in cui si affrontano le varie sfaccettature del suono del basso ( componenti timbriche dello strumento/amplificatori/pedali)
Discografia
- 2010 Lackadaisical : Self titled.
- 2014 Vemm: Very Excited Mad Musicians.
- 2015 Fragment : Fragments.
- 2016 The Wormhole Experience : Perseverance.
- 2017 Vemm: The Concept concert.
- 2018 Fragment : Second Awakening.
Docenza :
- Insegnante privato dal 2011, attualmente svolge il ruolo di insegnante di basso elettrico e coordinatore dei laboratori di musica d’insieme presso “Mondo musica”, scuola di musica con sedi ad Ostia ed Acilia. Fa inoltre parte del parco insegnanti del “Mob studio” e della scuola “Ladybird project” di Roma.
Lorenzo Beverati Biarnel scorcio mancino lefty
