Un manico storto è la cosa più rognosa che possa capitare a un musicista, …e francamente anche al suo liutaio.

Una delle cose più cruciali per uno strumento è essere preciso nel fretting, avere note pulite senza corde che sbattono troppo, poter fare bending che non sferraglino e tutto questo sempre conservando un’action comoda e una buona morbidezza sotto le dita.
Questo si ottiene essenzialmente quando il manico, da perfettamente dritto, si incurva leggermente (relief) sotto la trazione delle corde, lasciando posto per il fuso di vibrazione della corda.

Come sicuramente saprete, le forze in ballo in questo equilibrio sono:

  • trazione delle corde (diversa da scalatura a scalatura)
  • rigidità del manico
  • azione del truss rod

Le corde tirano e tendono a imbarcare il manico, il manico (che salvo casi drammatici è rigido) si oppone a questa forza, e il truss rod lo aiuta, imprimendo un certo backbow.

In un mondo ideale queste tre componenti dovrebbero portare a quella leggerissima concavità del manico che tutti vogliamo.
Ma non è sempre così.

Per incuria, umidità, materiali scadenti, problemi al truss rod o semplice comportamento imprevedibile delle fibre del legno (che, vi ricordo, non è un materiale esatto, faceva parte di qualcosa di vivo e non a densità uniforme) il manico può presentare tutta una serie di piccole concavità e convessità non trattabili col solo truss rod.

Una rettifica dei tasti, o della tastiera nei casi peggiori, risolve il problema. L’incubo finisce in pochissimo tempo e con una spesa sostenibile da tutti.

In casi particolarmente sfortunati però il manico è talmente piegato che una rettifica sarebbe ininfluente. Il truss rod cerca di dare una certa piega, ma il legno risponde in maniera non uniforme.

bad neck upbow backbow

Che fare?

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Ci viene in aiuto una tecnica decisamente complessa, in uso alla Martin Guitars negli anni ’60:

Compression Fretting

Provate ad accordare una chitarra alla quale sono stati rimossi i fret: il manico si piega come burro. Il motivo è da ricercarsi nei 20-24 solchi lungo la tastiera, che indeboliscono molto la rigidità del manico.
Per un esempio contrario pensate a 24 cunei infilati a martellate in questi solchi: il manico si piegherebbe all’indietro.

Il concetto è proprio questo: se in una zona del manico mettiamo dei fret con un piede (la parte che si pianta nel solco, o tang) leggermente più largo della larghezza del solco, in questa zona si avrà un locale aumento del backbow, e quindi un aumento della forza che si oppone alla trazione delle corde.

Qui la cosa si complica enormemente.

I fattori da tenere a bada adesso sono:

  • Tipo e condizione del legno della tastiera: un buon ebano risponde diversamente da un vecchio palissandro maltrattato e quasi marcio
  • localizzazione del punto dove il truss rod iniza a essere ininfluente
  • estensione del fenomeno
  • larghezza e condizione del solco del fret
  • scelta del piede dei nuovi fret.

Tenendo presente che un decimo di millimetro è già tanto, potete avere un’idea della difficoltà della cosa.

Non si tratta di una cosa da provare da soli per passare una domenica, no.

A questo punto serve una grande esperienza, sensibilità e pazienza, ma dopo un refret totale e una rettifica molto attenta si arriverà a salvare un manico – o uno strumento – diventato ormai insuonabile.

 

Spunto di riflessione:

Immaginate cosa può succedere a un manico quando viene fatto un lavoro di sostituzione fret senza calcolare bene le dimensioni più adeguate del piede dei fret!